C.R.I.S.T.O.

contro la mia volontà,

mandato sulla terra

come un pugno di grano sulle pietre

perchè dessero lo spavento e la gloria

della creazione.

Io che sono uomo

e selvatico puro,

annienterò questi miei sensi

.... inchiodandomi ad una croce

come una farfalla che abbia avuto vita breve."

A. Merini

Il corpo di Cristo. Amen.

Così sia!

Corpo amato, corpo sacrificato, corpo idolatrato.

Corpo manifesto, corpo simbolo, corpo-oggetto.

Il "Corpo di Cristo": da sempre è carne, sangue, dolore.

Quella fisicità è elemento narrativo ed evocativo; da sempre racconta una storia che rende l’uomo terreno, il divino umano.

Il bisogno di arrivare al sacro attraverso il tangibile: il corpo, il pane, il sangue, il vino, è stato lo stimolo per sviluppare una ricerca che allargasse i riferimenti simbolici, li spalmasse in un immaginario più congruo alla modernità, più immediato e mediatico, più folk o più grunge … o semplicemente più Pop.

C.R.I.S.T.O. è

Cantante, nella bellezza della Trasfigurazione,

Restauratore della sua Croce,

Igienico in rapporto all’acqua e ai pesci

Sonoro e musicale per i bagni di folla,

Televisivo e cinematografico nella Transustanziazione,

Ospitale nell’Ultima Cena.

Il pubblico è invitato a passeggiare tra le varie postazioni in cui i performers moltiplicano l’immagine del Nazareno, ciascuno riproducendo a circuito chiuso un’azione sempre uguale a se stessa o portata alle estreme conseguenze. Ogni “Cristo” è un ritratto in cui il corpo stesso è materia pittorica assieme agli oggetti che usa. Ciascuna scena è concepita come un piccolo evento con tanto di colonna sonora – rock, garage, ska o melodica - che costituisce una bolla musicale entro cui entrare per sperimentarne da vicino e percettivamente l’atmosfera emotiva.