Fiabe Tik Tok
FIABE TIK TOK
(dal progetto "THE TIK TOK TALES")
con Edoardo Altamura, Giovanni Buscarino, Francesca Galli,
Silvia Frino, Meryem Ghannam
elaborazione suono e video Fabio Bartolomei
ideazione e regia Paola Marcone
(dal progetto "THE TIK TOK TALES")
con Edoardo Altamura, Giovanni Buscarino, Francesca Galli,
Silvia Frino, Meryem Ghannam
elaborazione suono e video Fabio Bartolomei
ideazione e regia Paola Marcone
Hai mai assistito da una challenger di storie?
Prova ad immaginare: Biancaneve che si scontra con Cenerentola, o il Lupo che condivide una gustosa merenda con Cappuccetto Rosso, per non parlare dello Specchio magico che, finalmente, ha una vita autonoma rispetto alla Principessa.
"A causa di forza maggiore", ma con sorprendente piacere, Bubamara Teatro continua la felice esperienza del "Teatrino domestico" e mette in campo una squadra di giovani attori che giocheranno con le fiabe più amate di sempre, ma... bistrattandole come mai.
La genesi dell'idea. L'esperienza di lavoro
Un cellulare di un'adolescente è una nuova enciclopedia, è un privè dove osare esperienze nuove - con una schermatura relativamente protettiva - e iniziatiche, è un baedeker per esplorare un universo in cui gli adulti sono esclusi. Si tratta di un oggetto off limits e, per questo, molto appetibile per un genitore apprensivo o per un antropologo casalingo che si muove furtivo nottetempo. Per chi osa la perlustrazione, le sorprese sono garantite.
Molti i "social" che costituiscono l'affaccio artificiale ad un mondo che è momentaneamente inaccessibile: sono spazi importanti, che suppliscono ad una socialità potenzialmente da vivere in carne ed ossa. Parlare, scambiarsi occhiate, incontrarsi, sono azioni che hanno cambiato la dicitura - ora si chatta, si inviano emoticon, si fanno meet - e la sostanza. Tutti i palpiti sono diventati assolutamente impalpabili, intangibili, più che effimeri, disperatamente virtuali. Ovvio che un mondo che deve sostituire le trepidazioni tradizionalmente connaturate all'età più leggiadra, dev'essere anch'esso altrettanto bello e emotivamente gratificante. Ecco che, quindi, diventa comprensibile come si possano sviluppare un tipo di linguaggio, un'estetica e dei contenuti straordinariamente appaganti per un giovane.
Nel circuito della comunicazione delle nuove generazioni, ecco trionfare il senso della vista che fa rima con l'apparire. Davanti ad una democratica telecamera accesa - democratica in quanto ordinario attributo dei devices, accessibili pressoché a tutti - ci si mostra per poterci offrire alla visione pubblica. E' possibile esprimerci e creare; è plausibile originare una tendenza o muoversi in un'onda che ci faccia condividere fenomeni globalizzati o personalizzabili.
In questo scenario abbiamo deciso di esplorare uno dei social più discussi del momento - Tik Tok - ed abbiamo scoperto un universo di balletti innovativi e ammiccanti, sketch esilaranti quanto improvvisati, riprese interne, riprese esterne, primi piani estremi, inquadrature domestiche, ironico utilizzo dei familiari, acrobazie, travestimenti, mirabilia ed anche giochi di playback... ovvero, niente di nuovo. I figli si divertono con gli stessi trastulli della generazione precedente, quindi: dobbiamo avere paura?
Ci siamo sentiti autorizzati a fare un furto creativo e a mutuare da quel mondo l'utilizzo disinvolto del video, la rapidità di esecuzione e di fruizione. Abbiamo poi giocato a fare mash-up con le fiabe della tradizione classica e con musiche che accompagnano l'universo giovanile, per creare un video-racconto in cui gli attori non si incontrano mai, ma lavorano e interagiscono esclusivamente da remoto.
Prova ad immaginare: Biancaneve che si scontra con Cenerentola, o il Lupo che condivide una gustosa merenda con Cappuccetto Rosso, per non parlare dello Specchio magico che, finalmente, ha una vita autonoma rispetto alla Principessa.
"A causa di forza maggiore", ma con sorprendente piacere, Bubamara Teatro continua la felice esperienza del "Teatrino domestico" e mette in campo una squadra di giovani attori che giocheranno con le fiabe più amate di sempre, ma... bistrattandole come mai.
La genesi dell'idea. L'esperienza di lavoro
Un cellulare di un'adolescente è una nuova enciclopedia, è un privè dove osare esperienze nuove - con una schermatura relativamente protettiva - e iniziatiche, è un baedeker per esplorare un universo in cui gli adulti sono esclusi. Si tratta di un oggetto off limits e, per questo, molto appetibile per un genitore apprensivo o per un antropologo casalingo che si muove furtivo nottetempo. Per chi osa la perlustrazione, le sorprese sono garantite.
Molti i "social" che costituiscono l'affaccio artificiale ad un mondo che è momentaneamente inaccessibile: sono spazi importanti, che suppliscono ad una socialità potenzialmente da vivere in carne ed ossa. Parlare, scambiarsi occhiate, incontrarsi, sono azioni che hanno cambiato la dicitura - ora si chatta, si inviano emoticon, si fanno meet - e la sostanza. Tutti i palpiti sono diventati assolutamente impalpabili, intangibili, più che effimeri, disperatamente virtuali. Ovvio che un mondo che deve sostituire le trepidazioni tradizionalmente connaturate all'età più leggiadra, dev'essere anch'esso altrettanto bello e emotivamente gratificante. Ecco che, quindi, diventa comprensibile come si possano sviluppare un tipo di linguaggio, un'estetica e dei contenuti straordinariamente appaganti per un giovane.
Nel circuito della comunicazione delle nuove generazioni, ecco trionfare il senso della vista che fa rima con l'apparire. Davanti ad una democratica telecamera accesa - democratica in quanto ordinario attributo dei devices, accessibili pressoché a tutti - ci si mostra per poterci offrire alla visione pubblica. E' possibile esprimerci e creare; è plausibile originare una tendenza o muoversi in un'onda che ci faccia condividere fenomeni globalizzati o personalizzabili.
In questo scenario abbiamo deciso di esplorare uno dei social più discussi del momento - Tik Tok - ed abbiamo scoperto un universo di balletti innovativi e ammiccanti, sketch esilaranti quanto improvvisati, riprese interne, riprese esterne, primi piani estremi, inquadrature domestiche, ironico utilizzo dei familiari, acrobazie, travestimenti, mirabilia ed anche giochi di playback... ovvero, niente di nuovo. I figli si divertono con gli stessi trastulli della generazione precedente, quindi: dobbiamo avere paura?
Ci siamo sentiti autorizzati a fare un furto creativo e a mutuare da quel mondo l'utilizzo disinvolto del video, la rapidità di esecuzione e di fruizione. Abbiamo poi giocato a fare mash-up con le fiabe della tradizione classica e con musiche che accompagnano l'universo giovanile, per creare un video-racconto in cui gli attori non si incontrano mai, ma lavorano e interagiscono esclusivamente da remoto.
Regione Toscana - Progetto Residenze Artistiche Culturali
BUBAMARA Teatro
[] []
[]
[]
[]
[]
[]
[]